Aritmetica! Algebra! Geometria! Trinità grandiosa! Triangolo luminoso! Chi non vi ha conosciuto è un insensato! ma chi vi conosce e vi apprezza non vuole altri beni terreni, si contenta dei vostri magici godimenti e, portato dalle vostre ali scure, altro non desidera che d’elevarsi, con volo leggero verso la volta sferica dei cieli.
(Lautréamont)
Il cammino della Conoscenza ha la metodologia dell’autodidatta. L’ autodidatta parte da un argomento che lo appassiona, quindi dal dettaglio, poi allarga il campo, cerca agganci, risale alle motivazioni, infine ha una visione d’insieme. Nel cammino della Conoscenza il Maestro non insegna la sua verità, ma agisce da specchio, stimola il confronto. Il buon cammino è agire secondo la propria coscienza e, dopo aver ascoltato altri, prendere la via che ci è più consona.
“Conosci te stesso” vuol dire scendere a quel livello interiore che ci fa penetrare nell’Essere. Nel nostro “io” profondo sono a disposizione tutti i dati della Conoscenza, perché l’uomo è fatto di Universo, ha le stesse vibrazioni, la stessa energia, così il conscio individuale si riconosce nel conscio collettivo. E in noi vivono leggi del cosmo che, attraverso simboli, hanno il potere di risvegliare idee iscritte nella memoria dell’umanità, immagini comuni a tutti gli uomini, presenti fin dai tempi più arcani.
In quasi tutte le religioni si dice che l’uomo davanti al mondo, incontri solo illusione, parvenza e che veda soltanto l’immagine morta dello spirito. La perdita di contatto con lo spirituale sarebbe quindi all’origine della necessità di fondare un essere che divenisse capace di scendere sino al più basso gradino della materia, per sprofondare nell’illusione, dandogli così modo di destarsi dalla condizione di caduta. Questo stimolo era in grado di spingerlo volontariamente verso una ricerca della reale e vera condizione dell’esistenza. Solo attraverso la caduta in questa condizione primordiale, l’uomo poteva giungere a conseguire una facoltà autonoma e auto cosciente di ricongiungimento con lo spirituale.
In quel passato remoto non esistevano cose: tutto era essere, entità vivente, cosciente. Le cose, i colori, i suoni che l’uomo vedeva e sentiva sulla terra erano qualcosa che in realtà non esistevano, ma che venivano creati solo in virtù dell’incontro fra la sua coscienza e la spiritualità del cosmo.
In tutte le scuole dei misteri si insegnava: “tu sei un dio.” E in tali sedi venivano spiegate anche le tecniche per giungere a riacquistare la capacità di diventare un collaboratore dello spirito. Negli antichi insegnamenti la sacralità di tutte le cose, nell’Universo veniva descritta in termini di schemi geometrici provenienti dalla mano di Dio. Molti sono gli esempi che contengano una geometria nascosta non ovvia a prima vista. Si crede ora che gli Egiziani abbiano applicato la geometria sacra nella costruzione della Grande Piramide e di molti altri monumenti. Gli Egiziani avevano due scuole misteriche; una era chiamata l’occhio sinistro di Horus. Questa scuola insegnava i principi femminili della creazione, l’amore e la compassione. L’altra scuola era chiamata l’occhio destro di Horus e insegnava i principi maschili intelligenti della creazione, la geometria sacra era il soggetto principale. In queste sedi si studiava come i quattro punti cardinali corrispondessero, nella materia i quattro elementi che la costituivano; le “quattro teste”, identificate come i raggi di vita, che si ritrovavano in quelli del Dio creatore Khnoum, rappresentato da un ariete le cui quattro teste simboleggiavano l’energia divina degli dei Ra, Chou, Geb e Osiris.
Un modo simile a quello del taoismo dove è i quattro lati del quadrato rappresentano gli orizzonti dei quattro orienti. Nella maggioranza delle culture antiche, il Quattro viene considerato come “finestre” dalle quali il divino crea, irrida e rigenera lo spazio terrestre: nella cosmologia taoista, i quattro xiang sono le “quattro immagini invisibili” da cui nascono spazio e tempo, e sono simbolizzate e rappresentate sui tetti delle case, con i quattro animali mitologici: il Drago azzurro a est, l’Uccello viola a sud, l’Orso bianco a ovest e il Cavaliere nero, un serpente che cavalca una tartaruga, a nord.
La storia passata dell’uomo, si basa quindi su un primordiale distacco dall’essenzialità cosmica, alla quale come essere spirituale era congiunto. Egli era in comunione con essa, ma in uno stato della coscienza e della materia diverso da ora. In quella condizione egli viveva a contatto con le essenzialità e le spiritualità, ma in piena dipendenza da esse. Successivamente l’uomo progressivamente ha sentito l’esigenza di rendersi autonomo e di svincolarsi. Ecco che si è inserito in lui un elemento egoico, “luciferino”, che spingendolo all’autonomia e al libero arbitrio, gli ha permesso una sana evoluzione indipendente, che lo ha però portato ad un allontanamento da ciò che era immateriale. Tale esclusione è stata la causa inevitabile della perdita di contatto trascendentale, sia dal punto di vista della condizione del suo corpo, sentito sempre più come materia, sia dal punto di vista della percezione, con il graduale scomparire della sua capacità di poter sentire la spiritualità.
Ecco quindi che la Nostalgia per questo contatto ha fatto si che mistici, in parte ancora connessi, iniziassero a creare miti che potessero mantenere vivo il legame, e la memoria con un divino, che gradualmente stava spegnendo la capacità cognitiva veggente. Un’eco rimase sino all’epoca greca, ma da lì iniziò un completo oscuramento, che ha portato l’uomo addirittura alla negazione dell’esistenza di un mondo spirituale. La stessa conformazione fisica dei suoi organi di senso, hanno creato una condizione della realtà distorta: non appare più la spiritualità agente in ogni cosa, ma appaiono solo le cose, svuotate di religiosità. Eppure ora sta sempre più tornando impellente la necessità dell’uomo di ridiventare un essere spirituale, con la massima consapevolezza di sé e della sua missione.
La simbologia della Geometria Sacra ha quindi da sempre il potere di evocare del nostro subconscio immagini e conoscenze profonde: possiamo interrogarla e avere indicazioni su come veramente siamo e cosa vogliamo: meditando sulle sue forme scendiamo nel profondo di noi stessi per conoscere l’assoluto che è in noi. Questa geometria che rimanda ad un ordine divino, si rivela attraverso una struttura morfogenetica che si riscontra nell’atomo come pure nelle stelle più grandi, come un linguaggio universale dal quale derivano le leggi della fisica, della biologia e noi stessi. Il grande spirito si muove nel vuoto e si proietta in più direzioni formando, a partire dal “fiore della vita” solidi platonici quali il quadrato, la piramide, l’ottaedro, il dodecaedro e l’icosaedro. Tutte le forme dei cristalli, dei metalli e della vita organica si basano su queste forme, poiché tutti i fenomeni naturali si fondano sulla ripetizione di queste forme. Nelle scuole misteriche dell’antico Egitto questi cinque solidi rappresentavano i cinque elementi (terra, fuoco, acqua, aria e etere) e a questi si aggiungeva la sfera che simboleggiava il grande nulla, il vuoto da cui deriva ogni cosa.
Oggi sappiamo che i simboli sono codici che contengono informazioni in forma compatta, e oltre a fornirci impulsi e frequenze attraverso linee, punti e angoli che si uniscono a formare forme geometriche, numeri e lettere, sono anche il fondamento linguistico del nostro pensiero attuale e delle nostre più antiche radici.
Lo studioso americano Stan Tenen, fondatore del Progetto Meru e scopritore di un codice geometrico universale codificato all’interno delle lettere che compongono il testo originale della Genesi, racconta come una scienza sacra, basata su una struttura matematica e geometrica, già posseduta dai sacerdoti e mistici migliaia di anni fa, fosse occultata nell’alfabeto.
Presso tutte le grandi tradizioni filosofiche dell’antichità i numeri erano considerati chiavi d’accesso ai misteri divini. Secondo Pitagora nel numero sta l’essenza dell’Universo, e a lui è attribuita la prima intuizione dell’esistenza di rapporti numerici tra le frequenze: il Sole, la Luna e i pianeti del sistema solare, per effetto dei loro movimenti di rotazione e rivoluzione, produrrebbero un suono continuo, impercettibile dall’orecchio umano, e tutti insieme creerebbero un’armonia. Di conseguenza, la qualità della vita sulla Terra sarebbe influenzata da questi suoni celesti.
E tutto ha origine in un solo Spirito. Il Fiore della Vita era ed è lo schema della creazione, la via d’ingresso e la via d’uscita. E’ scritto nei nostri corpi e nelle cose intorno a noi. Tanto tempo fa siamo caduti da uno stato molto elevato di coscienza, ma ora ascoltando il cuore, che sa sempre la verità, riusciamo a riconnetterci con l’essenza, a vederci quali esseri spirituali calati in un mondo fisico, così da convincere la parte analitica del nostro cervello sinistro che esiste una sola coscienza e un solo Dio e che tutti noi siamo parte di questa Unità.
Grazie
Elisabetta Adele
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tratto dal libro di Elisabetta Adele Maria Ziliotto
La Medicina dimenticata del Soffio Divino.
Verità celate nella Numerologia biblica e password dell’Anima
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Elisabetta Adele Ziliotto