Innamorarsi e amare

Innamorarsi è frutto di uno specchio, di una proiezione.

Ci innamoriamo di noi stessi guardando l’altro.

La base di partenza, per una relazione.

La base di partenza per arrivare alla fatidica frase: “non sei più quella/o di una volta!”

L’innamoramento è solo l’inizio di un’avventura che potrà essere duratura quando potremo andare oltre quello strato di immagini proiettate sullo schermo degli occhi dell’altro.

Un movimento collettivo “a due” (cit. Alberoni), innamorarsi, se solo lo sapessimo, tutto sarebbe molto più semplice e chiaro.

Puoi accogliere l’altro se non vedi e accogli “tutto ciò che è”?

Puoi relazionarti con l’altro se non ti accorgi di chi è dopo tanti anni di vissuto personale?

Puoi amarlo se non ami ciò che è stato prima di incontrarlo?

Puoi stare nel sentire e mollare il cervello che tende a dare nomi a ogni cosa e a dar voce alle paure più profonde, quelle del bambino ferito?

Il vero amore è forse questo: non cambiare l’altro ma osservare, percepire e scambiare.

Così si può crescere insieme.

Smettere di aggredire l’altro per avere ciò che il nostro sistema familiare non ci ha dato. Smettere di punire l’altro per ciò che da bambini abbiamo vissuto.

Iniziare a vivere momento dopo momento, istante dopo istante, se stessi e la relazione lasciando andare il controllo di ogni cosa, lasciando andare la paura di provare un’emozione, qualunque essa sia.

Fluire insieme ❤

SaraMaite

3 Comments

  1. La prima parte l’ho trovata molto chiara poi quando hai messo Alberoni di mezzo sinceramente non l’ho capita se non in parte ovvero sull’importanza di relazionarsi

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    1. Ciao, cosa esattamente non hai capito? Ho citato Alberoni sulla frase “movimento collettivo a due”, è la chiave del “vedere” l’altro per tutto ciò che è. Non un individuo singolo ma un vero e proprio “sistema”, come del resto sei tu…
      Grazie per il commento!

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      1. Mi è piaciuta molto l’affermazione che spesso ci si innamora dei propri simili, c’è un detto popolare che dice: “chi si assomiglia, si piglia…” Credo sia in parte vero. Poi hai introdotto la visione di Alberoni, forse tratta da un libro che è per natura più complesso e sviluppato e soprattutto su più pagine. La sintesi è vedersi come un sistema adesso mi è chiaro. Ciao

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