TAG: sognare ragni, simbolismo del ragno, tessere la tela, ragno e mito.
Il ragno ci sorprende e ci spaventa. Ci dà i brividi e non ci lascia mai indifferenti.
Il ragno è una figura sempre impressionante e magica per tutti noi: si nasconde negli angoli, spia la preda e la attaccherà dopo averla imprigionata senza possibilità di scampo. La sua tela è peraltro invisibile, pertanto inquieta ancor di più.
Bagnate dalla luce della Luna di fine estate o dalla rugiada del mattino, le ragnatele, a volte lacerate, scintillano su alberi, su arbusti, in grotte, appese a travi, cripte e fili d’erba.
Le matrici temporanee e intricate della vita visibile e invisibile sono rievocate dal ragno e dalla sua misteriosa ragnatela.
Questa tela appare come una trappola … e lo è, per gli insetti che vi cadranno prigionieri.
Ma metaforicamente, come possiamo osservare tutto questo? Prigionia o simbolo di vita?
La tela di un ragno appare come un meraviglioso mandala a raggiera composto di cerchi concentrici, intessuto con pazienza e grande dedizione, come un progetto di vita. Il ragno estrude la seta da filiere poste nella parte terminale dell’addome e riveste alcuni fili con una sostanza viscosa. Per creare le tele orbicolari, crea un’impalcatura di raggi, attorno ai quali tesse spirali appiccicose e mortali e riassorbe fili lacerati o superflui. Come una grata il cui centro guarda all’infinito, la tela del ragno sottintende i modelli di comportamento istintuali in cui si avverte l’azione oscura e luminosa della psiche, identificando miticamente il ragno con il creatore divino, il protettore, la guida ancestrale, l’eroe culturale, il benefattore, l’ingannatore.
Il ragno probabilmente esiste sulla terra da centinaia di milioni di anni, incarna l’anima antica dell’esistenza che riecheggia di creatività e di predazione. La natura ne ha fatto una misteriosa creatura che scivola appesa lungo un filo di seta, filatrice virtuosa e abile cacciatrice con la rete.
Biologicamente il ragno è normalmente dotato di un addome e un cefalotorace cui sono attaccate otto zampe e solitamente otto occhi e un apparato buccale formato di mandibole e zanne a uncino per afferrare la vittima.
I ragni secernono seta e le loro incredibili creazioni servono a catturare gli insetti di cui cibarsi. Alcune specie realizzano delle palle appiccicose o delle trappole ingegnose; i maschi, le femmine e i piccoli di altre specie tessono ragnatele orbicolari o a forma di imbuto, di lenzuolo o di scala. Ghiandole separate nell’addome producono tipi di seta diversi in base al loro impiego: per creare le sacche ovigere, per legare le prede grandi o velenose o per consentire ai giovani ragni di “volare” per chilometri su singoli fili.
Il ragno estrude la seta da filiere poste nella parte terminale dell’addome e riveste alcuni fili con una sostanza viscosa. Per creare le tele orbicolari, crea un’impalcatura di raggi, attorno ai quali tesse spirali appiccicose e mortali e riassorbe i fili lacerati o superflui (Dawkins).
In un mito Hopi sulla creazione, la nonna Ragno vive in una kiva sotterranea che rispecchia l’abitazione del ragno e richiama la comparsa degli Hopi dal “regno sotterraneo”. I Navajo, invece, descrivono la donna-ragno come colei che dimora dietro l’orecchio dell’eroe, sussurrandogli consigli e mediando il suo transito tra la dimensione fisica e quella sottile, all’interno della tela omnicomprensiva della vita.
Il ragno Anansi, nella tradizione africana occidentale, è un burlone senza scrupoli, che riesce a farsi beffe di animali più grandi come elefanti e leoni.
Gli artisti giapponesi del XIX secolo accentuavano questi tratti nei mostruosi tsuchigumo, i giganteschi ragni di terra dei miti antichi che evocavano la distruzione fatale della vita fragile e della coscienza primordiale, operata dalla natura. Hokusai, l’artista giapponese (1760-1849), raffigurava il ragno come un mostro divoratore le cui immense dimensioni sono suggerite dai piccoli teschi umani accumulati sotto il ventre.
Presso gli antichi Greci il ragno era consacrato alla dea Atena. Ovidio associava il ragno dalla grazia ed efferatezza della Dea primordiale della Luna, in seguito personificazione olimpica delle abilità e delle virtù della coscienza che crea il mondo. Un giorno, una giovane Lidia, Aracne, eccellente nell’arte del ricamo e della tessitura osò sfidare Atena. Per punirne la temerarietà, poichè le loro tessiture furono giudicate uguali, la dea ruppe il suo telaio e i fusi e in seguito al tentativo di Aracne di impiccarsi, la trasformò in ragno, condannandola a filare eternamente, ricavando dal suo stesso corpo il filo necessario per tessere le proprie tele (…da essa deriva la parola “aracnide” per definire la famiglia di appartenenza dei ragni).
Nascondendo e rivelando, i ragni medievali proteggono con un velo, la Sacra Famiglia e il profeta Maometto dai nemici.
In India, il ragno possiede un simbolismo cosmogonico, in quanto tessitore della trama della vita: la tela del ragno in eterno rinnovamento e a forma di ruota, è stata associata al Sole raggiante, il Sole che secerne i suoi raggi come il ragno i suoi fili. In un mito Indù, la velata Maya tesse con la sua sostanza il mondo delle illusioni per poi riassorbirlo.
Contro il parere di altri mitologi, Baumann attribuisce al ragno mitico un simbolismo non lunare ma solare, che così spiega: “la sua capacità misteriosa di tessere i fili evoca il sole al tramonto i cui raggi spesso sembrano toccare la terra, suggerendo l’immagine di una tela di ragno”.
Il fatto che la ragnatela sia costituita di raggi e di cerchi concentrici richiama il simbolismo della tessitura, rispettivamente ordito e trama. Tale simbolismo è tanto più parlante in quanto la catena raggiante unisce tra loro degli elementi, degli stati, delle applicazioni contingenti figurate concentricamente, perciò progressivamente sempre più lontane dal centro e le collega a tale centro, che altro non è che l’immagine del Principe. La tela è quindi ancora un’immagine della manifestazione come emanazione dell’Essere. La Mundaka Upanishad conferma d’altronde che tutto ne esce e tutto vi si reintegra “come il ragno che sputa e che divora il suo filo”. E dopo aver tessuto il mondo, ne reintegra il cuore: kalpa e pralaya. Le Upanishad utilizzano un altro simbolismo ancora: quello del ragno che si innalza con l’aiuto del proprio filo e conquista così la libertà.
Il filo dello yogi, è il monosillabo AUM grazie al quale egli si innalza alla liberazione. Il filo del ragno è il mezzo, il supporto della realizzazione spirituale.
Il filo che esso trae da sè è analogo all’albero cosmico, alla scala di Giacobbe, al ponte di Maometto, a un passaggio dalla terra al cielo.
Nell’inconscio e nei sogni
Con le trazioni e i rilasci della tela contro gli sforzi della preda, il ragno incarna i misteri orribili di morte e dissoluzione della Madre Terribile. Le immagini di terrore sono rafforzate dall’abitudine del ragno di paralizzare o uccidere le sue vittime con il veleno iniettato dalle zanne cave o di divorare il maschio, solitamente più piccolo della femmina, dopo l’accoppiamento. Evocando i nostri rituali propiziatori contro il fato, il maschio offre un cartoccio setoso di cibo o pizzica un filo di accoppiamento, le cui vibrazioni ritarderebbero l’appetito della femmina, oppure lega quest’ultima con la seta per riuscire a fuggire dopo la copula. Il ragno fa pensare al tranello del diavolo: tesse cospirazioni o inganni.
La rete, il web, del cyberspazio ci alletta con un’infinità di dati, relazioni, illusioni e perversioni e noi, se non sappiamo muoverci in essa con sapienza, rimaniamo imprigionati in una ragnatela di situazioni spiacevoli, di attrazioni fatali alimentate dal sesso o dalle ambizioni e di irretimenti che conducono allo smembramento della nostra identità. Le difese del Sè possono trascinare l’anima traumatizzata in tele di fanatismo e di fantasia schizoide incapsulanti. E’ il tessere solitario di mondi appartati e autistici, legami sinistri della pazzia.
Beffardo, il ragno è natura, che fila eternamente le sue trame di vitalità e devastazione. L’essenza della psiche può diventare una tela mercuriale di immobilizzazione. Allo stesso modo, i fili del sogno e delle visioni vibrano di significati che alimentano l’anima e le sue trasformazioni.
Le immagini di ragni sono messaggi provenienti dall’inconscio profondo, quelli più estranei al nostro intendimento.
Come dice Jung:
“il ragno come tutti gli animali a sangue freddo o come tutti quelli che non hanno un sistema nervoso cerebro-spinale, ha la funzione, nella simbologia onirica, di rappresentare un mondo psichico che ci è estraneo al massimo; esprime la maggior parte delle volte, dei contenuti che seppure attivi, sono ancora e lo saranno a lungo, incapaci di diventare cosmici e che perciò, in qualche modo, non entrano nella sfera del sistema nervoso cerebro-spinale, ma restano nel dominio, più profondamente sepolto, del simpatico e del parasimpatico”.
Questi sfondi psicoidi sfuggono alla volontà della coscienza e in ogni caso, vengono associati, inconsciamente, alla demenza (dal latino mens, spirito), che deregola lo spirito.
Da qui le espressioni: “avere un ragno in testa”, “essere punti da una tarantola”, …. così come la fobia per i ragni, anche verso i più innocui.
Qualsiasi ragno visto in sogno rappresenta in qualche modo una trappola.
Quando un ragno mostruoso minaccia il sognatore…
Si tratta di una immagine legata alla mater terribilis (incarnazione della femminilità ostile), l’aspetto accaparratore, soffocante, dell’inconscio-mater. Viene respinto perchè può paralizzare l’adattamento alla vita, se l’Io non rinuncia alla tentazione di restare nel felice inconscio materno.
Questo motivo viene magistralmente illustrato nell’Araignee souriante (il ragno sorridente) di Odilon Redon (Louvre). Il mostro, a dieci zampe, invece che otto, sorride. Come per dimostrare la perfidia della tentazione. Il tema invita il sognatore a liberarsi ancora di più da un simile conflitto per divenire adulto, per sottrarsi, forse, alla follia.
Il sognatore incontra più ragni ma questi, pur essendo ripugnanti, non risultano troppo minacciosi.
Questa immagine dice che uno o più problemi rischiano di fagocitare la nostra personalità. Soffocamento castrazione, da parte dei genitori o dei congiunti, idee fisse, situazioni materiali che costringono, ovvero qualsiasi situazione materiale o psichica che impedisca l’evoluzione.
Conviene non cadere nelle numerose trappole tese dal ragno, la trappola può consistere spesso nel cedere all’illusione di non avere alcun problema… questi ragni insomma, dicono che la coscienza è ancora dominata dalla paura di fronte ai processi dell’inconscio, come se potessero condurre alla follia.
Il sognatore adocchia un ragno che tesse la propria tela in un angolo poco accessibile o difficile da individuare.
Un pericolo minaccia la vita materiale o psichica del sognatore: la minaccia ancora risulta poco percettibile ma rischia di ostacolare lo sviluppo.
Il sognatore si trova in un locale pieno di vecchie ragnatele
Cosa vediamo? un’intricata matassa di elementi psichici sorpassati, ma non del tutto superati, richiede di essere ripulita definitivamente.
Il sognatore è affascinato da una ragnatela, nel cui centro un ragno sembra una gemma bellissima, che quasi pare stregare…
Un sogno di questo tipo, assai raro, può avere due significati:
- negativo: il mandala tela del ragno, con ragno al centro, rappresenta l’immagine del Sè. L’idea della trappola non è assente, e il sognatore l’avverte per non consentire un’azione che potrebbe condurre diritto nel ventre del ragno. L’Io non deve cadere nella trappola dell’identificazione con il Sè. E’ il caso degli illluminati, degli ispirati, dei fondatori di sette… comportamento al limite della paranoia.
- positivo: molto raramente, in quanto quest’aspetto sembra non appartenere alla nostra civiltà, pare che il ragno al centro della tela, venga assimilato alle grandi Dee Tessitrici.
Il ragno appare come un centro intelligente delle energie psichiche che consentono di creare a partire dalla loro stessa sostanza.
Fonti:
- La natura nei sogni, J. de la Rocheterie, Edizioni RED
- Il libro dei simboli, AA. VV., Taschen
- http://www.elicriso.it/it/mitologia_ambiente/aracne/
- Immagini da Web appartenenti ai legittimi proprietari.
Ciao a tutti, descrizioni dettagliate, informazioni che spaziano dal mondo onirico a quello artistico e storico, veramente ben fatto, ma vi faccio una domanda cosa pensereste di un tipo che è affascinato da loro che si trova alle volte ad avere il proprio mezzo di locomozione con qualche ragno di troppo al punto tale che alle volte riescono a bloccarlo?
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Tu come ti rapporti con la capacità di “controllare” e “dirigere” i movimenti della tua vita? Come conduci?
Grazie per il tuo commento graditissimo…
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Ciao la tua domanda mi fa riflettere, nella vita tesso innumerevoli tele, in genere lontano da me, poichè cerco di mettermi in una posizione secondaria con gli amici, spero sempre che riescano a fare bene senza “aiutini”, qualcuno la chiama social engineering, ma la si può definire una “bella” tela di ragno, un ragionamento che sono riuscito a fare in base alla logica della tua domanda, grazie.
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