La carovana cominciò a viaggiare di giorno e di notte. Giungevano continuamente messaggeri incappucciati e il cammelliere, che era diventato amico del ragazzo, gli spiegò che la guerra fra clan era cominciata. Sarebbero stati fortunati se fossero riusciti ad arrivare all’oasi.
Gli animali erano esausti e gli uomini sempre più silenziosi. Il silenzio era più terribile durante la notte, quando il semplice bramito di un cammello, che prima non era altro se non il bramito di un cammello, adesso spaventava tutti e poteva essere segnale di un attacco.
Il cammelliere, però, non sembrava essere molto preoccupato per la minaccia di guerra.
“Sono vivo,” disse al ragazzo mentre mangiava un piatto di datteri, nella notte senza fuochi e senza luna.
“Mentre mangio non faccio altro che mangiare. Se stessi camminando camminerei e basta.
Il giorno in cui dovrò combattere, sarà un buon giorno per morire come qualunque altro. Perché io non vivo né nel mio passato, ne nel mio futuro.
Possiedo soltanto il presente, ed è il presente che mi interessa.
Se riuscirai a mantenerti sempre nel presente, sarai un uomo felice.
Ti accorgerai che nel deserto esiste la vita, che nel cielo vi sono le stelle, e che i guerrieri combattono perché questo fa parte della razza umana.
La vita sarà una festa, un grande banchetto, perché è sempre e soltanto il momento che stiamo vivendo.”
Due notti dopo,mentre stava per addormentarsi, il ragazzo guardò in direzione dell’astro che seguivano durante la notte. Gli parve che l’orizzonte fosse un po’ basso, perché sopra il deserto vi erano centinaia di stelle.
“È l’oasi,” disse il cammelliere.
“E perché non la raggiungiamo immediatamente?”
“Perché abbiamo bisogno di dormire”.
Buon viaggio, con tutto il cuore…
SaraMaite
Tratto da “L’alchimista” di Paulo Coelho.
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