TAKEAWAY: risonanza morfica, ciascun membro di una specie riceve ed al contempo contribuisce alla memoria collettiva della specie. Connessione tra esseri viventi, connessione tra specie, connessione di anime. Risonanza tra esseri viventi.
INTRODUZIONE
I campi morfici di tutte le specie hanno una storia e contengono memorie implicite date dal processo che Sheldrake (cit. nel mio articolo sui campi morfogenetici) chiama risonanza morfica; essa si verifica tra schemi di attività in sistemi auto-organizzanti sulla base della similarità, indipendentemente dalla distanza che li separa. La risonanza morfica opera attraverso lo spazio e attraverso il tempo, dal passato al presente.
Tramite la risonanza morfica, ciascun membro di una specie riceve ed al contempo contribuisce alla memoria collettiva della specie
Su questa base biologica e meta-biologica, in seguito ad osservazioni comportamentali e per analogia, si è sviluppata l’idea delle rappresentazioni utilizzando degli attori, sulla scia degli studi di Moreno[1], e Satir[2]. Jung nei suoi scritti nomina le costellazioni familiari come precursore.
E’ stato notato quindi che il rappresentante o l’attore venivano “presi” da un campo che può iniziare a manifestare le risposte del corpo come emozioni, sensazioni e movimenti che non sono altro che le espressioni di un contatto inconscio (o morfogenetico) vissuto dalla persona reale che è in cerca di un equilibrio.
Ancora adesso, nonostante numerosi studi sulla fisica dei quanti e della medicina vibrazionale, questo fenomeno ci appare ancora misterioso e soprattutto discusso e poco accettato dalla scienza.
Hellinger fa un passo ulteriore rispetto allo psicodramma ed alle rappresentazioni teatrali inserendo l’immagine del movimento dell’Anima e dando una svolta alle costellazioni familiari intese come movimento dell’Amore.
Da qui derivano i concetti di immagine e di connessione che vedremo meglio in seguito.
L’Universo concepito come un’enorme messa a sistema di campi morfici determinati dall’Universo stesso e dal comportamento dei sistemi umani in andata e ritorno, è “influenzato da”, ed influenza a sua volta, le immagini che avvolgono il campo che si viene a creare all’interno di una rappresentazione familiare.
Hellinger ha appunto osservato questo fenomeno secondo il quale un individuo può entrare prima in connessione e poi in risonanza con un antenato che può essere assolutamente non conosciuto personalmente dal soggetto, la cui storia o vibrazione influenza un successore irretendolo o manifestandosi attraverso il ripetersi di certi destini.
Negli anni il metodo di Hellinger in via naturale si è agganciato ed ha sviluppato ulteriormente il pensiero di Sheldrake evidenziando come i campi siano organizzati in modo gerarchico, intendendo ciò come un movimento che si espande continuamente e si struttura e ristruttura.
Secondo Hellinger: “Così i campi individuali sono sottesi a quelli familiari, quindi da quelli interfamiliari e via proseguendo … in un’unità sempre più vasta sconfinando dal campo dell’intera umanità a tutte le altre forme di vita, inclusa quella del pianeta, fino alla nostra galassia e chissà che altro … Per ogni ordine ve n’è uno superiore nel quale prende spazio il precedente” (2008).
L’Universo interagisce in ogni istante con la Coscienza Individuale e attraversando vari strati di consapevolezza. L’essere umano, attraverso il suo corpo/mente, è il canale, il collegamento tra la Coscienza Individuale e la Coscienza Universale. Questa connessione consente alle persone di sviluppare una profondissima comprensione della reale essenza della loro esistenza. Questo nuovo sentire è attivo sempre, in ogni istante, in ogni momento, nella vita di ogni essere vivente.
Nelle costellazioni viene utilizzato per far emergere le immagini che serviranno al cliente per vedere ciò di cui ha bisogno.
Tuttavia questa connessione viene spesso disconosciuta, tacitata, tralasciata e può restare latente per molto tempo.
Quando un essere vivente o una collettività di persone, grandi o piccoli che siano, si raccolgono in loro stessi ed entrano completamente in armonia e sintonia col campo, anche semplicemente attraverso una meditazione e senza alcuna intenzione, un sentire profondo, immenso, e davvero significativo si manifesta esplicitamente ed è in grado di metterci in connessione con una coscienza superiore che è quella cui tutti apparteniamo.
In questo modo, attraverso le sessioni, i partecipanti alle costellazioni si possono osservare, permettere di riconoscere e decidere di lasciar andare credenze usurate.
All’interno del campo, decade il giudizio, come collassano la critica, i preconcetti, l’analisi schematica e personale, e quella sensazione di disapprovazione che indebolisce e rende colpevoli. Senza doversi necessariamente mettere in discussione, arriviamo all’essenziale. Ed è quanto basta.
L’obiettivo che si propone il lavoro delle Costellazioni Familiari è quello di farci rimanere presenti a noi stessi e riuscire a mantenere un collegamento con il piano di realtà, arrivando a gestire con consapevolezza le problematiche contingenti quotidiane. Esserci è importante, ma anche sviluppare un agire che proviene dal sentire dell’essere. In questo senso riconoscere il collegamento con una forza ed una legge più grande, che orienta e determina l’evolvere della vita, è un momento significativo per l’individuo. Questi si assume la responsabilità delle sue scelte ed accetta le conseguenze dei suoi comportamenti, ma allo stesso tempo accetta e riconosce l’ordine superiore: l’ordine dell’Amore.
Riconoscere solo con la mente la connessione con quanto ci circonda, ricercare la causa e l’effetto serve solo a formulare domande e risposte. In questo modo non si risolve niente, si tratta semplicemente di alimentare la mente.
COS’E’ UNA COSTELLAZIONE FAMILIARE E A COSA SERVE
La meccanica delle costellazioni familiari è semplice: necessita solamente di un gruppo di clienti (C) disposti a condividere le loro tematiche personali. Il gruppo solitamente si dispone a cerchio lasciando al centro lo spazio per le rappresentazioni. Il facilitatore (F) ed il cliente (Co) di turno, sono seduti in posizione di osservazione rispetto alla rappresentazione. Il cliente è invitato ad esporre in modo breve e coinciso la sua tematica personale e viene invitato dal facilitatore a concentrarsi in se stesso e a scegliere subito dopo, lasciandosi guidare dalla sua intuizione, i rappresentanti (R) per le persone che compongono il sistema da rappresentare, sia esso familiare, lavorativo o di altra natura. Egli include anche un rappresentante per se stesso (Ro).

Coscientemente ed intuitivamente colloca questi rappresentanti in modo libero nello spazio dando loro una posizione determinata. I rappresentanti non devono fare nulla, né dire nulla: nessuna teatralizzazione.
Già questa rappresentazione è una prima immagine che ha una grande utilità poiché determina l’approccio del cliente alla tematica che sta esponendo e consente ai rappresentanti di vivere in raccoglimento i sentimenti delle persone rappresentate.
Il costellatore già in questo momento sta lavorando per raccogliere informazione e sensazioni.
Il passo successivo vedrà molto lentamente l’esteriorizzazione dei sentimenti da parte dei rappresentanti, che verranno interrogati con una frase tipica:”come si sente in questa posizione? Come sta?”. Le loro risposte, parlano delle relazioni tra i differenti membri del sistema.
A partire da qui, i rappresentanti (R) si possono muovere liberamente nello spazio, sempre con movimenti lenti e sentiti, che daranno nuove immagini al costellatore ed al cliente ed al gruppo.
Negli anni la tecnica si è evoluta e vede il costellatore meno invasivo rispetto agli accadimenti rappresentati. In alcuni momenti può intervenire provando a spostare gli “attori” e proponendo loro frasi chiave. Ognuno di questi momenti sarà verificato e validato dalle sensazioni espresse dai rappresentanti. Queste frasi ripetute anche dal cliente in prima persona, servono per interiorizzare una nuova immagine o per integrare un movimento interiore risolutivo. Integrare immagini, movimenti (inclinazioni profonde, abbracci spontanei, prendersi la mano, allontanarsi …) e parole porta il cliente ad una interiorizzazione profonda che nel tempo porterà ad una nuova visione della tematica espressa in partenza ed allo scioglimento di credenze e tensioni.
E’ importante segnalare che le costellazioni familiari non risolvono i problemi ma forniscono al cliente elementi nuovi per vivere le situazioni personali con una più profonda consapevolezza ed amore.
La costellazione familiare dà al cliente ed al gruppo un’immagine nuova che non è solitamente ciò che ci si aspetta, il desiderio del cliente non è detto che corrisponda alla realtà rappresentata nella visualizzazione.
La realtà che percepisce il cliente inizialmente, si trasforma in una realtà che ha un livello più profondo di lettura interiore e va oltre qualsiasi credenza e giudizio, talvolta resta incomprensibile e soprattutto mai manipolabile. Le qualità e le attitudini del terapeuta saranno decisive per facilitare il cliente nella comprensione intima di ciò che ha visto rappresentato.
Le immagini, viste oggettivamente per ciò che rappresentano in ambito familiare, lavorativo e sistemico in generale, consentono al facilitatore ed al cliente di constatare dove siano stati violati gli ordini dell’Amore, dell’Aiuto e del Successo in primis, in generale la violazione delle gerarchie all’interno del sistema rappresentato.
Focus fondamentale in quanto permette di identificare i nodi che determinano le problematiche portate dal cliente alla rappresentazione e consente di vedere dove eventualmente intervenire.
L’obiettivo di una costellazione familiare è la sintonia della persona con il suo destino e con la sua propria responsabilità in relazione ad esso.
IL RUOLO DEL FACILITATORE
Premessa fondamentale per questa figura è l’attitudine senza intenzione. Al di là del bene e del male e di qualunque giudizio etico. Egli guarda alla realtà manifestata dal cliente con un profondo rispetto ed entra in sintonia con lui cercando di aiutarlo semplicemente con il desiderio di servire da strumento per la stessa realtà emersa. Questa realtà è quella che ospita già tutte le possibili soluzioni cui il cliente può accedere. Questa attitudine alcune volte può portare ad accettare il destino con la sua tragedia, come la soluzione migliore per il cliente e di conseguenza a non interferire nell’accaduto. Per lo svolgimento ottimale del ruolo di costellatore è necessario un previo e profondo lavoro personale sulle proprie origine e sulle proprie intenzioni. Presuppone l’umiltà di accettare la realtà per ciò che è e presuppone la capacità di prendere distanza dal cliente in modo che possa vivere liberamente la realtà emersa nella costellazione. Presuppone che il facilitatore abbia piena coscienza che non è lui a curare ma la realtà stessa, lui è soltanto uno strumento, non necessita di soluzioni creative, non crea una nuova realtà, ma lascia semplicemente che la realtà sia. Sotto un profilo tecnico il facilitatore riveste un ruolo attivo nel preparare il cliente alla costellazione, comprendere cosa gli accade, sapere perché veramente è convenuto. Vaglia ogni gesto, tono, discorso, attitudini, emozioni espresse e la sua stessa presenza all’interno del gruppo. Le costellazioni sono un approccio fenomenologico alle problematiche del cliente ed il costellatore soltanto con i fenomeni emersi, può lavorare: malattie, morti, nascite, relazioni … tutto ciò che contribuisce a formare un sistema. Soffermarsi nei sentimenti, ci porterebbe a gestire una costellazione con una personalità confusa che ci impedirebbe di vedere le reali implicazioni sistemiche e rappresenterebbe una violazione nei confronti dei partecipanti e del gruppo e per il facilitatore stesso che porrebbe in pericolo la sua distanza necessaria per dar forza ad una compassione inutile o addirittura alla critica. I sentimenti che emergono dalle rappresentazioni vanno espressi ed osservati e presi come tali affinché il campo tragga da essi energia ed armonia.
Il facilitatore utilizza proficuamente le tecniche di meditazione e rilassamento per riportare se stesso ed il gruppo ad una situazione di quiete interiore dopo rappresentazioni molto intense.
Resto a disposizione per qualsiasi domanda in merito, un caro saluto!
Evolution&Life Coach (L. n. 4 14/01/2013), counselor sistemico transazionale e facilitatore di costellazioni familiari
Sara contatto diretto: cellulare 393 115 9019 – mailto: saramaitegirardi@gmail.com
[1] Psicodramma
[2] Sculture familiari
Tratto dalla tesi di Sara Girardi: “Quando la Vita Rifiorisce alla Vita”, Mantova, 2013.