Gufo e Civetta – Il Mondo dei Simboli

La più antica rappresentazione di un gufo oggi conosciuta risale a circa 30.000 anni fa, rinvenuta sulla parete calcarea di una grotta nel sud della Francia (Chauvet). L’animale ritratto è con una certa probabilità il grande gufo reale, già diffuso all’epoca sul continente eurasiatico.

Il gufo è in generale il rapace notturno per antonomasia, vede nell’oscurità, diventa attivo di notte, quando l’uomo, rilassato dal sonno, si abbandona al mondo onirico.

Il suo volo risulta felpato, a tal punto che nessuno è in grado di sentirlo passare, ma il suo ululato lacerante scuote la pace notturna, provoca angoscia ed un’improvvisa sensazione di freddo.

Gli occhi dallo sguardo diretto e misterioso affascinano e talvolta, luccicano improvvisamente nella notte.Questo può rendere il gufo, in qualche modo diabolico nell’immaginario collettivo.

Il sonoro “ùhuu ùhuuu…”  udibile in lontananza, ha una cadenza ossessionante e malinconica, ed il ridacchiare della loro comunicazione sessuale evoca una sorta di qualità magica, quasi umana.

L'Albero dei Gufi
L’Albero dei Gufi

I contadini gli danno la caccia, anche se in realtà distrugge i piccoli animali predatori che loro stessi di giorno combattono per proteggere i loro campi.

Per il suo aspetto demoniaco, la civetta/gufo, è diventata la compagnia tradizionale di streghe e stregoni, delle veggenti, degli indovini, che penetrano nelle tenebre dell’inconscio. E’ anche un compagno degli sciamani e partecipa, talvolta all’evocazione degli spiriti. Gli “sciamani siberiani” e quelli Inuit (Eschimesi) li considerano spiriti benevoli, fonte di aiuto potente e di guida, e per questo indossano le loro piume sui copricapi e sui collari”.

Nel folklore, nelle tradizioni tribali e nella mitologia, la storia naturale del gufo ci invita ad immaginare quello che c’è oltre il velo dell’oscurità.

Nell’antichità, il genio buono veniva rappresentato da un bel giovane, con una corona di fiori o di spighe, mentre il genio cattivo appariva come un vegliardo con una lunga barba, i capelli corti, con un gufo – spesso uccello del malaugurio – sul pugno. Animale predatore notturno, abile nel mimetizzarsi nell’ambiente naturale, efficacissimo predatore nelle planate in picchiata dritti sulla preda, con una vista incredibilmente sviluppata, non c’è proprio da stupirsi se proprio questa “chiaroveggenza notturna”, sommata all’aspetto di vegliardo concentrato nella vita interiore e nella meditazione, hanno fatto del gufo un simbolo della saggezza e della conoscenza e della consapevolezza profonda.

La civetta/gufo, insieme col drago, era l’attributo di Atena/Minerva, divinità della civiltà e della saggezza. Questa dea compariva sulle monete ateniesi, dette “civette”, sul cui rovescio era impressa appunto una civetta.

Il gufo/civetta evoca anche il potere sbalorditivo della morte: il terrore mortale del visitatore/predatore furtivo nella notte. Da qui probabilmente l’associazione nefasta del gufo/civetta con il segno di morte imminente.

Ypnos, il dio del sonno, assumeva talvolta l’aspetto di una civetta che, per far addormentare gli uomini, sventolava le sue ali scure. Il gufo era però nemico di Dioniso/Bacco, dio dell’esaltazione della vita per la vita.

In Egitto, l’anima che abbandonava il corpo era rappresentata da una civetta, divinizzata con il nome di Ba.

Per gli Indiani d’America il gufo è accomunato all’Uomo scheletro, il dio della Morte.

Ma ricordiamoci sempre che i poteri della Morte, in termini simbolici oltre che effettivi, sono  i poteri della Trasformazione ed il gufo è simbolicamente legato al rinnovamento della Vita, implicito nella Morte. Una delle associazioni più significative è quella con la Grande Dea, raffigurata come un gufo o accompagnata da gufi. Questa iconografia compare per molti millenni (cit. Gimbutas). Così come dona la Vita, la Grande Dea può anche toglierla nel perpetuo ciclo di Morte e Rigenerazione, sulla base della saggezza evoluzionistica per cui ogni essere vivente deve rinunciare ai propri diritti affinchè la generazione successiva possa vivere. Probabilmente da qui trae le sue radici l’associazione con Atena, in quanto protettrice di belligeranza e civiltà. Tuttavia, la profonda saggezza del gufo non sta solo nella capacità di portare alla luce ciò che è buio ma anche di vivere nel buio stesso.

In tempi più recenti, la civetta compare su numerosi ex-libris e simboleggia l’acquisizione di una saggezza conquistata attraverso i libri.

In numerose leggende popolari, infine il Vecchio Saggio, che si va a consultare, è spesso un vecchio gufo solitario, in fondo alla foresta.

Nei sogni…

Il gufo e la civetta compaiono raramente in sogno. Questi uccelli notturni sembrano simboleggiare la chiaroveggenza e la veglia spirituale, attribuiti alla saggezza, latenti nelle tenebre dell’inconscio e che, attraverso il sogno, affiorano alla coscienza.

SaraMaite ❤


Si ringrazia il Maestro Carlo Moretti per aver concesso l’utilizzo dell’immagine http://www.moretticarlo.it/

Pezzo liberamente tratto da:

– The Archive for Research in Archetypal Symbolism www.aras.org

6 Comments

Lascia un Commento, Grazie!

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...