Il famosissimo biologo Rupert Sheldrake avanza da anni l’ipotesi che la nostra mente si estenda oltre il cervello. E’ un pioniere di fama mondiale aspramente criticato da quando ha cominciato a sviluppare i suoi studi sul cervello e sulla psiche umana e i loro reali confini.
Incensato a livello mondiale come biologo per le sue teorie sui campi morfogenetici, è diventato ancor più famoso quanto bersagliato dai colleghi per aver azzardato teorie scientifiche su questioni intangibili come la mente umana.
Secondo S. la mente si estende oltre il cervello e lo fa anche negli atti più semplici della percezione.Le immagini sono dove sembrano essere.Soggetto e oggetto non sono radicamente separati, con il soggetto dentro la testa e l’oggetto nel mondo esterno. Essi sono interconnessi.

Tramite la vista, il mondo esterno viene portato nella mente attraverso gli occhi, e il mondo soggettivo dell’esperienza viene proiettato fuori nel mondo esterno attraverso in campi della percezione e dell’intenzione.
Le nostre intenzioni si estendono nel mondo intorno a noi, e anche nel futuro. Siamo collegati al nostro ambiente e gli uni con gli altri. Allo stesso modo, la nostra mente pervade il corpo, e le nostre immagini mentali sono dove facciamo esperienza che esse siano, nel corpo e non soltanto nella testa.
Sulle prime potrebbe sembrare scioccante prendere sul serio le nostre esperienze più dirette ed immediate. Siamo abituati alla teoria secondo cui tutti i nostri pensieri, immagini e sensazioni sono dentro il cervello, e non dove sembrano essere. La maggior parte di noi ha cominciato a pensare in questo modo all’età di 10 o 11 anni.
Nonostante sia stata definita “ipotesi sconcertante”, solitamente essa non viene trattata come un’ipotesi scientifica da dimostrare. Nel contesto della scienza e della medicina istituzionali, essa è data generalmente per scontata, e la maggior parte della gente istruita l’accetta come punto di vista “scientificamente corretto”.
Eppure è dimostrato che la teoria “mente=cervello” ha ben poche prove a suo favore! Essa contraddice l’esperienza diretta. Ed esclude la possibilità del settimo senso, costringendo chi crede nella teoria del cervello a negare o ad ignorare tutte le prove contrarie.
L’idea della mente estesa ci consente di prendere seriamente le prove del settimo senso negli esseri umani e negli animali. Ci aiuta a riconoscere che il settimo senso fa parte della nostra natura biologica. E apre nuove vaste aree del mondo naturale alla ricerca ed all’esplorazione (…).
Soprattutto riconoscere che la nostra mente si estende ben oltre il cervello è liberatorio. Non siamo più imprigionati nel cerchio ristretto del nostro cranio, le nostre menti separate e isolate le une dalle altre. Non siamo più alienati dai nostri corpi, alienati dal nostro ambiente e alienati dalle altre specie. Siamo interconnessi.
Grazie per la lettura, ci ritroveremo presto con un articolo sui campi morfogenetici e sui campi mentali,
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Liberamente tratto da La mente estesa, Rupert Sheldrake – Milano, 2006, Urrà Apogeo Srl