La Magia del Mondo Vegetale – Albero e Creazione – parte prima

La discendenza della razza umana da un albero, per quanto stravagante possa apparire, era un tempo concepita come un fatto reale, ed anche oggi questa credenza può essere rintracciata nelle tradizioni di molte razze.

Quest’idea antica deve probabilmente la sua origine a Yggdrasil, l’albero dell’universo intorno a cui sono sorte molte leggende. Senza entrare nelle molte teorie proposte in merito a questo mitico albero, esso rappresenta indubbiamente le forze creatrici della vita della Natura. Generalmente si crede si tratti di un frassino ma, come dice Mr Conway: “vi è ragione di pensare che in esso siano confluiti altri alberi tramite un accorpamento di tradizioni. Perciò, mentre il frassino non dà frutti, l’Edda descrive le stelle come il frutto di Yggdrasil”.

Il frassino da cui ha avuto origine all'Universo
Il frassino da cui ha avuto origine all’Universo

Mr Thorpe lo considera la stessa cosa del “Robur Jovis”, la sacra quercia di Geismar distrutta da Bonifacio, e l’Iminsul dei Sassoni, la Columna Universalis, l'”albero terrestre delle offerte, simbolo del mondo intero”. In ogni modo l’albero del mondo, il più grande tra tutti gli alberi, è stato a lungo identificato nella mitologia scandinava come il frassino, un fatto che testimonia del carattere di stranezza ad esso assegnato da tutte le nazioni teutoniche e scandinave, di cui diversi esempi sono riportati nel presente volume.

In merito alla discendenza dell’uomo dall’albero potremmo citare l’Edda, secondo cui tutta l’umanità discende dal frassino e dall’olmo.

La storia narra che Odhim – Odino –  ed i suoi due fratelli stavano viaggiando sulla Terra quando scoprirono questi due alberi “senza futuro” e soffiarono in loro il potere della vita: “essi non possedevano spirito, non avevano sensi, sangue nè forza, nè piacevole colore. Odhinn diede loro lo spirito, Hoenir il pensiero, Lodr diede il sangue ed il piacevole colore“.

Questa credenza della discendenza arborea pare sia stata molto popolare nell’antica Grecia e nell’antica Italia, esempi della quale appaiono nella letteratura del periodo. Così Virgilio scrive nell’Eneide: “Questi boschi furono prima sede dei poteri silvani, nelle Ninfe e dei Fauni e di uomini selvaggi che nacquero dai tronchi degli alberi e dalla quercia tenace”.

Romolo e Remo furono trovati sotto il famoso Ficus Ruminalis, che pare suggerire una connessione con un’ascendenza genitoriale arborea. E’ vero che, come sottolinea Mr McKeary, “nella leggenda che conosciamo si tratta in questo caso solo di un ritrovamento ma, se potessimo tornare indietro ad una tradizione anteriore, probabilmente scopriremmo che la relazione tra il mito e l’albero era più intima”.

Giovenale, potremmo ricordare, allude ulteriormente alla discendenza arborea nella sua sesta satira: “Perchè, quando il mondo era giovane, la razza che scaturì senza padre dal suolo o dalla quercia che si aprì, viveva pressappoco come gli uomini delle epoche posteriori.”


Fine parte prima

Tratto liberamente da:”La magia delle Erbe –  storia, folklore, incantesimi –  la guida della strega moderna. T.F. Thiselton-Dyer – Elfi Edizioni – Bologna 2006

Grazie al sito http://mito-logika.blogspot.it/2011/02/os-nove-mundos-da-mitologia-nordica.html da cui ho tratto la prima foto qui pubblicata.

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